Anche i luoghi che pensi di conoscere bene, ti possono sorprendere, basta aver voglia di scoprirli in modo diverso.
Così è successo: una meta all’apparenza scontata, ( per noi ragazze friulane di campagna ) come Palmanova e dintorni da scoprire in bicicletta, si è rivelata invece una meta particolare e una giornata molto piacevole.
PALMANOVA è UNICAla sua creazione ha riempito i libri di storia e il suo fascino di fortezza pacifica, è lì, intatto, nel suo concentrico vivere, nella sua pianta stellata di città militare, in quel sogno di città ideale e inespugnabile, realizzato dalla Serenissima e concluso da Napoleone.
Da questo Monumento Nazionale e dalla sua Piazza esagonale, dove l’esercito si riuniva, noi manipolo di pedalatori pacifici, siamo partiti alla scoperta del territorio circostante e di quei piccoli borghi attorno alla fortezza.
Già uscendo da Porta Cividale, in bicicletta, ci si rende conto di tante cose che in macchina sfuggono:i particolari delle porte, con le ruote che sollevavano il ponte levatoio, il colpo d’occhio sui rettilinei e come parte del rivellino della linea difensiva, sia stata demolita per fare posto alla moderna strada d’accesso.
La bellezza di questo itinerario sta nella facilità ( è tutto pianeggiante e su strade secondarie ): 20 km di campagna e paesini, come la nostra prima meta, Clauiano, che abbiamo raggiunto percorrendo una parte di pista ciclabile e poi una via secondaria, tra i campi, di scarso traffico.
Clauiano e il suo campanile, appare in lontananza,
il suo borgo si sviluppa sul fronte strada, dove le case addossate le une alle altre, formano una cortina, un tempo a scopo difensivo, ancora intatta, tanto da fregiarsi del riconoscimento di Borgo tra i più belli d’Italia.
Ma è entrando nelle dimore che lo compongono e nei cortili retrostanti, che si coglie la bellezza di questi borghi rurali della pianura.
Le case sono palazzetti o dimore più semplici, costruite nei secoli, da famiglie benestanti e nobili, per gestire i possedimenti e le aziende agricole. Nulla di maestoso quindi,
ma conservano ancora quella atmosfera di una vita di campagna,profondamente legata al territorio circostante. Noi abbiamo visitato Villa Ariis, Casa Barnaba-Manin e Foffani; in tutte, gli attuali proprietari, hanno colto questa specificità e cercano di conservare la tipicità locale di queste dimore, in funzione di una nuova identità, rivolta al turismo-slow e al ciclo-turismo, realtà che in questi ultimi anni stanno diventando importanti, soprattutto tra i turisti stranieri.
Anche ai pedalatori della domenica, come noi, queste dimore e le aziende agricole collegate, sono sempre aperte nei fine settimana, per un attimo di ristoro o una visita nei giardini.
L’ assenza di piste ciclabili, in questa parte del territorio, non si avverte, il traffico che incontriamo su queste strade, infatti, è veramente irrisorio.
Riprese le bici, ci siamo diretti verso Tivignano Udinese, dove abbiamo incrociato la settecentesca Villa Elodia, per proseguire poi verso Melarolo e Merlana, sparute case, come sassolini dispersi nella campagna, verdissima e immobile.
I filari di gelsi ci accompagnano, in un paesaggio che appare immutato e tranquillo, tra altri campanili in lontananza e pioppeti.
Santa Maria la Longa è vicina e qui incrociamo la Ciclovia Alpe Adria, la direttrice che, dal confine austriaco, permette di raggiunge Grado e l’Adriatico, attraversando Palmanova appunto, in bicicletta. Dalla Ciclovia una piccola deviazione, a Mereto di Capitolo, ci ha permesso di visitare la chiesetta di San Pietro del XIV sec, con i suoi dipinti, il piccolo cimitero e l’adiacente edificio rurale, un tempo ex convento.
Pochi km e Palmanova è nuovamente davanti a noi: entriamo da Porta Udine, dopo una breve sosta sui bastioni, a fianco della Roggia di Palma e dell’Acquedotto storico, che da sempre portano l’acqua in città.
Il recupero e la valorizzazione delle linee di fortificazione, in questi ultimi anni, ha permesso di ricreare quei percorsi pedonali che si snodano tra le mura: ora che sono puliti e percorribili, sono un altro degli itinerari che meritano di essere fatti.
Siamo di nuovo in Piazza:una fugace visita sul Campanile, per un colpo d’occhio dall’alto, e alle Logge sulla piazza, dove sono esposte le antiche porte d’ingresso, in ferro battuto, e la nostra domenica è terminata.
Il Belvedere sotto un cielo plumbeo è l’ultima immagine che la giornata ci regala, ma siamo certe, però, che Palmanova e il suo territorio, non ci hanno svelato ancora tutto!
2 Comments
È tutto vero, soprattutto laddove si dice che il fascino di Palmanova e dintorni è ancora tutto da svelare.
Davvero Silvia! Noi ne abbiamo dato un “assaggio”: