L’aspetto odierno del paesaggio delle Valli del Natisone è molto differente da quello di un tempo: ora, quasi tutte le pendici, sono ricoperte da una fitta boscaglia, ma in passato queste zone erano coltivate, il bosco era sfruttato e gestito, le Valli erano un susseguirsi di ampi prati, orti, alberi da frutto e coltivazioni, anche su terrazzamenti.
Ora il bosco ha preso il sopravvento, i paesi si sono spopolati e gli abitanti rimasti non sono più dediti all’allevamento e al territorio che li circonda.
Fortunatamente le comunità hanno capito che, così facendo, stavano perdendo la propria storia; una associazione che cerca di far conoscere e preservare questo patrimonio è senz’altro la ProLoco Nediske Doline di San Pietro al Natisone ed è proprio grazie a questo gruppo, che anche noi, abbiamo scoperto questa parte del Friuli Venezia Giulia.
( per i dettagli sull’Associazione, vi rimandiamo all’intervista, che inseriremo a breve, al suo Presidente Antonio de Toni ).
Uno dei percorsi più suggestivi, che si snoda lungo gli antichi sentieri, è senz’altro quello che tocca il Planino: si chiama così una vasta area, preservata a prato, nella zona di Tribil inferiore, che rappresentava la riserva di foraggio per gli abitanti dei dintorni.
Ad oggi, una delle poche aree che ci permettono di comprendere, come dovevano essere le Valli del Natisone, un tempo.
Noi l’abbiamo percorso in varie stagioni ed è un’esperienza difficile da descrivere, senza esagerare, quasi mistica…
Avete mai camminato, in un ampia vallata, sfiorati dall’erba alta, tra fiori e farfalle?
Questo è il Planino e lo scenario non è meno suggestivo, con l’erba falciata, magari di fresco, camminando verso il tramonto, uno spettacolo difficile da dimenticare.
Ora ci sono le macchine agricole e lo sfalcio richiede pochi giorni, ma un tempo, quando il tutto veniva fatto a mano, richiedeva settimane di lavoro, si facevano le scorte per gli animali per il lungo inverno; un’attività cardine che assorbiva, alla fine della primavera, tutta la gente della vallata.
Da qualche anno, a luglio si compie il Ritorno dei Falciatori, una sorta di rievocazione dell’antica fatica del taglio a mano, con tanto di falci e rastrelli ( appuntamento immancabile alla prossima edizione…)
Proseguendo il cammino, verso il paese di Stregna, ci aspettano i “guardiani” di questa zona: sono dei castagni secolari, bellissimi e imponenti, la cui chioma, spoglia o carica di frutti e foglie a seconda della stagione, è da vedere assolutamente.
La passeggiata volge al termine, si intravedono le prime case, passiamo accanto all’antico lavatoio sul fiume, dove le donne di un tempo, non troppo lontano, consumavano la propria esistenza a lavare la biancheria, ma un’altra grande esperienza, questa volta culinaria, ci aspetta: la cena alla Trattoria “Sale & Pepe” di Stregna.
È inutile descrivere la bravura e la passione per la propria terra dei proprietari Teresa e Franco: se volete scoprire cos’è il levistico, dovete andare a mangiare da loro… E fortunatamente per voi, potete farlo comodamente, anche in automobile!
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